mercoledì 7 novembre 2012

Have you ever watched that? Il 13° Guerriero


Di film sulle gesta del popolo vichingo se ne vedono ben pochi, ma ce ne sono alcuni che possono essere davvero definiti dei capolavori. Uno di questi, da molti ingiustamente sottovalutato, è Il 13° Guerriero, film del 1999 di John McTiernan tratto dal romanzo Mangiatori di morte del compianto Michael Crichton, a sua volta ispirato al poema epico del Beowulf.

E' la storia di Ahmed Ibn Fahdlan, interpretato dal grande Antonio Banderas appena reduce dal grande successo di La Maschera Di Zorro un anno prima, un cortigiano di Bagdad del 910 d.C. che, invischiato in intrighi di corte, è costretto all'esilio venendo nominato ambasciatore del califfo nelle terre del Nord. Accompagnato dal fidato Melchisidek, interpretato dal veterano Omar Sharif, giunge in Europa orientale. Qui incontrerà per la prima volta i membri di un clan vichingo, giunti lì in una delle loro colonie e fermatisi per il funerale del loro re, seguito dalla brutale e violenta ascesa al trono di uno dei due pretendenti, Buliwyf (richiamo al nome Beowulf), interpretato da Vladimir Kulich, a cui assiste anche l'inorridito Ahmed.


Le cose per Ahmed si complicano quando dalla Scandinavia giunge il figlio di re Hrothgar (stesso nome del Re dei Dani nel poema Beowulf) che chiede aiuto a Buliwyf ed ai suoi uomini per contrastare la minaccia in patria rappresentata dalla tribù barbarica e cannibale dei Wendol, esseri ritenuti in possesso di poteri diabolici. Dopo aver interpellato una Strega delle Ossa, Buliwyf ottiene l'appoggio di undici uomini valorosi per l'impresa, con il riluttante Ahmed in aggiunta ad essi poiché il 13° guerriero non dev'essere uno scandinavo. Il giovane arabo imparerà la loro lingua durante il viaggio ed aiuterà i compagni a contrastare la minaccia dei nemici, cercando di ridare la possibilità agli scandinavi di tornare ad essere i "predatori e non le prede" sul loro territorio, come afferma re Hrothgar.


Il film, nonostante alcune differenze col romanzo, come avviene sempre nelle trasposizioni cinematografiche dei libri d'altronde, è ben fatto. Non presenta punti morti o scene pesanti a livello narrativo, sebbene sia molto cruento e violento, specie durante le scene di battaglia contro i cannibali.
Banderas dimostra la sua bravura nell'arte della scherma appresa per interpretare Zorro e la mette magistralmente in pratica, dimostrando ai vichinghi, abituati agli enormi spadoni nordici, quanto possa essere altrettanto terribile e letale una leggera scimitarra araba.
La colonna sonora, composta dal grande Jerry Goldsmith, venuto a mancare otto anni fa, presenta tracce davvero stupende, soprattutto Valhalla/Viking Victory che è la colonna portante del film (non a caso è stata utilizzata anche da Harry Gregson Williams in Le Crociate).
Consiglio quindi caldamente questo film a tutti gli appassionati del mondo vichingo come anche delle vicende del Beowulf, dato che ci sono molteplici analogie tra le due opere che tuttavia non guastano il risultato finale rappresentato dal romanzo di Crichton e da film di McTiernan. Vi auguro dunque buona visione e vi lascio con la preghiera dei vichinghi durante i loro antichi funerali e recitata anche da Ahmed prima della battaglia finale:

"Ecco là io vedo mio padre,
Ecco là io vedo mia madre
E le mie sorelle e i miei fratelli.
Ecco, ora chiamano me!
Mi invitano a prendere posto in mezzo a loro,
Nella sala del Valhalla,
Dove l'impavido può vivere per sempre!"



Il trailer:


INCURSIONI CINEMANIACHE

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