sabato 15 dicembre 2012

Racconti strampalati di una svagata cinefila


Io il cinema lo amo. Non solo come intrattenimento o mondo. Andare al cinema, intendo.
Vedere i film a casa è rilassante certo, soprattutto tranquillo senza i classici disturbatori che parlano, ridacchiano, rispondono al cellulare, insomma fanno tutto tranne che rimanersene zitti a vedere il film.
Per me vedere un film al cinema è il massimo. 
Ma venire con me non è divertente perché io, al cinema, divento una mummia: scelgo la mia poltroncina e mi ci imbalsamo sopra. Chi ci viene lo deve sapere in anticipo: divento come il commissario Montalbano quando mangia: non parlo e mi incazzo se qualcuno mi rivolge la parola durante il film. Ovviamente, durante la pausa, ritorno per un attimo alla realtà ma non garantisco sulla sensatezza del mio dialogo perché sono completamente assorbita dalla storia che sto vedendo, e quell'interruzione per me è un fastidio. Non mi alzo, non vado ad acquistare popcorn. Il mio sogno? Abolire la pausa durante la visione del film. Sono una cinefila pazzoide, lo so.
Avevo otto anni quando sono entrata per la prima volta in un cinema, e per me quello è diventato il luogo più magico della Terra.
Immersa nel buio, con lo schermo che quasi sembra ti ingoi e ti trascina nella storia. Ti risucchia in una realtà di celluloide, che diventa l'unica realtà possibile per quelle due orette. Come disse Jean Cocteau: "la morte non è che un'abolizione dello spazio e del tempo. Questo è anche il fine del cinema".  
Ma non è solo l'incanto della sala buia, anche la condivisione delle emozioni con gli altri spettatori: risate, dispiacere, paura. Amo ridere e sentir ridere gli altri insieme a me. Per me quella è magia.
Il film che ho adorato vedere al cinema è stato...


Metteteci la bimbaminkiaggine dei dodici anni, però prima di Titanic non conoscevo assolutamente Leonardo di Caprio, quindi non ci sono andata per lui. Il problema è che dopo me ne sono innamorata follemente e lui non ha mai ricambiato i miei sentimenti...vabbè.
Tutti parlavano di questo film e sembrava fosse un dovere andarlo a vedere. Così, un pomeriggio ci andai.
Il film, nel piccolo e mal funzionante cinema del mio paese, era in programmazione già da due settimane. Mai successo. Le richieste furono talmente tante che decisero di prolungarlo per un'altra settimana.
Quando arrivai, davanti al cinema trovai una fila chilometrica di persone che aspettava di entrare, impaziente di assistere a quell'evento che stava incantando il mondo. E nella mia città di provincia, un cosa del genere ti faceva sentire meno ai margini e parte di un evento planetario.
Una volta entrata e pagato il biglietto, scopro che le poltroncine erano tutte occupate. Altra cosa mai accaduta.
Che fare? Mi siedo sulle scale che portano alle toilette. Meglio di niente.
Il film inizia. La rugosa Rose ci accompagna nel 1912 e mentre è persa nei suoi ricordi, sullo schermo compare questo fotogramma...


Una valanga di urla coprì l'audio del film per almeno dieci minuti. Ci tengo a precisare che io non ho urlato. Non ne ho avuto il tempo perché ero troppo impegnata a tamponarmi la bava.
Vi lascio immaginare le reazioni del ballo in terza classe di Jack e Rose e dell'altro ballo, in una lussuosa automobile, nella stiva.
E quando la calma tornò in sala, arrivarono le lacrime. Fu così che annegammo insieme ai passeggeri del Titanic. Ma non passò nessuna scialuppa per salvare gli sventurati fidanzati, mariti o padri che non riuscivano a far calmare le fontane che avevano dovuto, e sottolineo dovuto, accompagnare.
Titanic è stato un grande evento, il film che ha incassato di più nella storia del cinema e io vi ho preso parte. Queste emozioni te le può regalare solo l'invenzione dei fratelli Lumiere.
Chiudo il post, ricordando una serata a Roma: cinema Barberini, avevo visto Immaturi. Mi era piaciuto molto e mi ero divertita. Ancora completamente immersa nel film, esco fuori, ormai era sera, e mi ritrovo davanti una via Veneto mozzafiato, con i suoi localini e i ricordi della Dolce Vita. E penso: la magia sta continuando e ci sono entrata dentro. Non mi preoccupavano più le diciotto fermate di metro che dovevo sorbirmi.

INCURSIONI CINEMANIACHE

Fan Page Ufficiale Facebook:

Profilo Ufficiale Twitter:

Nessun commento:

Posta un commento