venerdì 26 aprile 2013

Una Bi-Recensione Eroica: Iron Man 3



Anno e nazione di produzione: USA, Cina 2013

Distribuzione in Italia: Walt Disney

Genere: Azione

Durata: 109 minuti

Cast: Robert Downey Jr., Gwyneth Paltrow, Don Cheadle, Guy Pearce, Rebecca Hall, Ben Kingsley, Jon Favreau, William Sadler

Regista: Shane Black

Tornato a casa, dopo l'impresa con gli Avengers a New York, Tony Stark non è più lo stesso. Lui, Iron Man, che soffre di attacchi di panico, sempre più preso dal suo mondo e che non riesce a fare a meno della sua armatura, la corazza che lo protegge dai pericoli esterni, non è più l'eroe che il mondo conosceva ma un uomo e basta, con le sue fragilità. Pepper Potts è una di quelle.
La nazione, nel frattempo, è sotto scacco di un terrorista che si fa chiamare il Mandarino. Dopo l'attentato al Chinese Theatre di Los Angeles, uno dei tanti firmati dal terrorista, in cui rimane coinvolto anche l'amico Happy Hogan, Tony/Iron Man decide di entrare in azione. Questa volta sarà senza le sue macchine, e solo con la sua mente, l'unica arma per sconfiggere il Mandarino.

La Recensione dell'esperto (spoiler per chi non ha ancora visto il film)

Riguardo i fumetti non posso considerarmi un esperto, non avendoli letti, ma posso dire di conoscere bene, nonostante tutto, l'argomento in questione, poiché essendo un appassionato di film sui supereroi, ho sempre posto l'attenzione sulle differenze e le analogie tra i fumetti originali e le loro trasposizioni cinematografiche.
Nel caso di Iron Man 3, posso solo dire una cosa: carino, ma deludente.
E' risaputo che raramente i sequel sono migliori dei primi capitoli di una saga, un esempio la trilogia di Batman firmata da Christopher Nolan, dove le aspettative sono state pienamente soddisfatte.
Purtroppo, ciò non vale anche per Iron Man: dopo il primo film spettacolare ed un secondo film discretamente bello, il terzo film è stato davvero duro da digerire.
Forse sarà stata colpa di The Avengers, che ha fatto aumentare le aspettative dei fan riguardo ai nuovi film sui singoli eroi del gruppo. Tutti in arrivo entro il 2015, anno in cui uscirà il secondo capitolo sui Vendicatori, sta di fatto che Shane Black e Jon Favreau hanno combinato un bel pasticcio: accetto, come sempre, l'elasticità necessaria nel trasporre un libro, un videogioco o un fumetto al cinema, ma distruggermi l'immagine del Mandarino è stata una delusione totale. Ben Kingsley, che ho apprezzato molto in Prince Of Persia nel ruolo del malvagio zio Nisam, anche a causa dei trailer che illudono la gente per evitare di rovinare la sorpresa, mi sembrava essere esattamente ciò che il Mandarino è per Iron Man, ovvero la sua nemesi. Ma scoprire infine che era tutta una messa in scena per celare la vera identità del Mandarino, interpretato da Guy Pearce, è stato duro (aspetto del film che mi è sembrata una brutta copia del teatrino messo in piedi da Henri Ducard, il personaggio interpretato da Liam Neeson, per nascondere la sua vera identità, quella di Ra's Al Ghul, proprio in Batman Begins).
Orrore totale quindi nel vedere Ben Kingsley nel ruolo di un pagliaccio avvinazzato in una stanza insieme a due donne, quando invece nei fumetti il Mandarino è un essere spietato, incarnazione del Male, in grado di compiere azioni mirabolanti grazie ai dieci anelli che indossa (da cui deriva proprio il nome della sua organizzazione criminale, i Dieci Anelli, il cui simbolo appare più volte nel film durante i video inviati al Presidente, ma non viene mai nominato, se non nel primo film, quando Tony Stark scopre da chi era stato rapito in Afghanistan).
Altra delusione è stato il finale, quando Tony, grazie alle nuove tecnologie, riesce finalmente a farsi espiantare i frammenti del missile che lo avevano colpito in Afghanistan, e che venivano tenuti lontani dal cuore grazie al generatore Arc miniaturizzato nel suo petto: Tony, nei fumetti, non abbandona mai le vesti dell'uomo di ferro, ora sono proprio curioso di sapere cosa si inventeranno per farlo tornare in azione, se mai tornerà in azione, in The Avengers 2.
Ho detto "se mai" proprio perché dipende tutto dalle decisioni che prenderà Robert Downey Jr., il cui contratto per il personaggio di Iron Man scadrà proprio con il secondo capitolo dei Vendicatori.
Ciò che è certo, secondo me, è che se questo doveva essere l'ultimo capitolo di una trilogia, potevano sicuramente inventarsi qualcosa di meglio e molto più epico. Lo so, sono molto influenzato da ciò che è avvenuto ne Il Cavaliere Oscuro: Il Ritorno, ma ciò non toglie che si potevano raggiungere toni più epici semplicemente non storpiando il personaggio del Mandarino in quella maniera tragi-comica, per nascondere l'identità di un dottore pazzo che va in ebollizione per un nonnulla e sputa fuoco come se avesse mangiato grandi quantità di chili messicano.
Il voto massimo che posso dare a questo film è 6 e 1/2, 7 stentato, non di più.
Voto ottenuto solo grazie a due fattori: le mitiche battute di Tony, sempre originali, e la possibilità di scorgere finalmente l'umanità del "genio, miliardario, playboy e filantropo", un personaggio sempre freddo e cinico che, dopo gli avvenimenti di New York, ha dimostrato quanto possa essere fragile tramite i suoi attacchi di panico, sotto quella maschera di durezza che mostra al mondo. Davvero interessante e toccante.
Aspetto con ansia i sequel Thor: The Dark World Captain America: The Winter Soldier, e se finalmente riescono a metterlo in cantiere, Ant-Man il signore delle formiche, personaggio che nei fumetti fa parte proprio del primo gruppo di Vendicatori, cosa che al cinema non è stata possibile poiché il team della Marvel voleva prima realizzare un film dedicato solo a questo supereroe.
Vedremo cosa riescono a fare e spero davvero che questi nuovi film non mi deludano come è avvenuto con il mitico Tony Stark e la sua banda di armature in titanio.




La Recensione di una profana

Solo ieri, 25 aprile, complici anche le festività, Iron Man 3 ha sbancato i botteghini italiani risultando il film più visto con un incasso di 1,85 milioni di euro. L'ultimo di casa Marvel, in due soli giorni, ha guadagnato nel nostro paese 3,5 milioni di euro: il gradimento del pubblico italiano per il supereroe americano rimane sempre alto.
Bando ai dati, ciò che interessa ad una cinemaniaca come me è Robert...ehm, volevo dire, è il film. Lapsus freudiano.
Tony Stark, nel terzo capitolo della saga (e si vocifera che sia anche l'ultimo), non è il solito, ricco, affascinante, egocentrico miliardario. L'impresa con gli Avengers a New York l'ha provato; Tony ha capito di essere vulnerabile. Impegnato a perfezionare le sue armature, dimentica Pepper e il mondo che là fuori deve fronteggiare un nuovo cattivo, il Mandarino.
Le fragilità di Iron Man riguardano soprattutto gli affetti, e quando l'amico Happy Hogan rimane gravemente ferito in uno degli attentati del terrorista, l'uomo decide di passare all'azione. Più che con il Mandarino, Tony Stark ingaggerà una lotta con i suoi demoni, le sue paure. L'eccentrico miliardario comprende che la sua armatura non può proteggerlo anche da esse.
Iron Man difende il mondo, il suo paese, Tony Stark deve difendere le persone che ama, senza armatura ma solo con la sua forza.

Robert Downey Jr. riesce nell'impresa di umanizzare Iron Man: dopo due film in cui Tony Stark era stato più che altro un personaggio, dall'ego molto ingombrante, l'attore lo mette a nudo quell'ego dimostrando allo spettatore che la corazza serviva a Tony soprattutto per non sentirsi solo. E in secondo luogo, per stupire. Il risultato poteva essere banale e posticcio, ma Downey Jr. dietro quella faccia da schiaffi nasconde, proprio come Stark, il talento di un grande attore. Gwyneth Paltrow un po' defilata e non al suo massimo. Magnifico Ben Kingsley. Guy Pearce, cattivo inquietante. Il cameo di Jon Favreau, il regista dei due film precedenti, la guardia del corpo fan sfegatato di Downton Abbey è esilarante.
La terza avventura di Tony Stark non mi ha deluso. Mi deluderebbe se non tornasse al cinema.

Il trailer:




Consigliato: Sì



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