venerdì 31 maggio 2013

Recensione Flash: Johnny Mnemonic


Anno e nazione di produzione: USA 1995

Distribuzione in Italia: TriStar Pictures

Genere: Fantascienza

Durata: 96 minuti

Cast: Keanu Reeves, Dina Meyer, Ice-T, Takeshi Kitano, Dolph Lundgren, Henry Rollins, Barbara Sukowa, Udo Kier, Don Francks

Regista: Robert Longo

Sicuramente lo avrete già capito: oltre all'Antica Roma, la mia fissazione più grande è il cyberpunk, sotto-filone del genere fantascientifico, che tratta temi riguardanti possibili futuri distopici in cui l'umanità è vessata da drammi e tragedie a livello globale.
Esempi cinematografici di prestigio sono Blade Runner, la trilogia di Matrix, Tron Terminator che trattano proprio situazioni tipiche di questo genere di nicchia, nato negli anni '80 grazie a vari artisti e letterati che hanno cominciato a parlarne.
Uno di questi è William Gibson, uno degli autori del manifesto del cyberpunk Mirrorshades, ma anche autore della raccolta di racconti nota col titolo La Notte Che Bruciammo Chrome, in cui è inclusa la novella breve Johnny Mnemonico, sulla quale si basa l'omonimo film del 1995, con protagonista Keanu Reeves.
Fu proprio in seguito all'interpretazione di questo film che, guarda caso, i fratelli Wachowski, dopo lunghe indecisioni, scelsero Reeves come protagonista della trilogia di Matrix, utilizzando tra l'altro questo film come una delle tantissime fonti per la realizzazione dei loro tre film.
Johnny Mnemonic narra appunto la storia di Johnny, un corriere-dati mnemonico del 2021 che possiede, all'interno del suo cervello, un hard-disk in cui riesce a trasportare innumerevoli gigabytes di dati per varie aziende e multinazionali, divenute le padrone del mondo ed appoggiate dalla Yakuza, la mafia giapponese divenuta il loro braccio armato per i lavori sporchi.
In seguito alla consegna di 320 gigabytes di dati nel cervello di Johnny da parte di alcuni impiegati della Pharmakom, una potentissima ditta farmaceutica, il ragazzo verrà continuamente braccato dalla Yakuza che vuole riottenere quei dati, rubati dagli archivi informatici dell'azienda, prima che vengano divulgati a livello globale.
Inoltre, Johnny dovrà compiere una corsa contro il tempo, poiché il suo cervello non riesce a sopportare un così grande quantitativo di dati al suo interno ed entro 24 ore cesserà di funzionare, condannando il corriere alla morte.
Aiutato dalla bella Jane, Johnny riuscirà a consegnare i dati in tempo, svelando il terribile segreto celato per tanto tempo dalla Pharmakom, o perirà nel tentativo?
A differenza del racconto originale, nel film sono state attuate alcune modifiche, richieste dalla casa di distribuzione del film, per renderlo più adatto al pubblico, come ad esempio la presenza della malattia nota come Sindrome da Attenuazione Nervosa, causata dalla lunga esposizione agli apparecchi tecnologici. Lo stesso William Gibson si è occupato della sceneggiatura, ma il film non ha riscosso grande successo, in parte a causa dei cambiamenti non apprezzati dai fan dello scrittore ed in parte per il fatto che il cyberpunk, come noto, non è un genere adatto e comprensibile a tutti.
Non è una critica né tanto meno un moto di superiorità che mi spinge a parlare in questo modo, ma è risaputo che la nostra società ormai ama vedere sempre e solo cose semplici e facilmente comprensibili a tutti. Non vale la pena sforzarsi di comprendere trame complicate, sono solo dei film.
Come già detto, è una questione di gusti, e spero che gli amanti del genere possano apprezzare questo film come ho fatto io.

Consigliato: Se amate scervellarvi per comprendere i linguaggi informatici ed i concetti astrusi, come per la trilogia di Matrix, allora sì, questo è il film che fa per voi!

Il trailer: 


INCURSIONI CINEMANIACHE, seguiteci su:

Fan Page Ufficiale Facebook

Profilo Ufficiale Twitter

domenica 26 maggio 2013

Recensione Flash: Cous Cous


Anno e nazione di produzione: Francia 2007

Titolo originale: La graine et le mulet

Distribuzione in Italia: Lucky Red

Genere: Drammatico

Durata: 151 minuti

Cast: Habib Boufares, Hafsia Herzi, Farida Benkhetache, Bouraouia Marzouk,Abdelhamid Aktouche

Regista: Abdellatif Kechiche


Slimane Beiji ha sessant'anni, da trentacinque lavora al porto di Sete, vicino Marsiglia, in un cantiere che ripara imbarcazioni. Non più "produttivo" sul lavoro, l'uomo viene licenziato. Alle spalle, una famiglia allargata: l'ex moglie e i quattro figli, poi la nuova compagna e la figlia di lei, Rym. Slimane cerca di tenere uniti tutti, risolvere i problemi e soprattutto, sente di poter dare ancora qualcosa, che forse il momento di realizzare il suo sogno, aprire un ristorante su una barca al porto dove si serve cous cous di pesce, è finalmente arrivato. Ad aiutarlo i figli ma soprattutto Rym, che nel progetto del patrigno ci mette il cuore.
Il regista franco-tunisino Abdellatif Kechiche in Cous Cous descrive la realtà degli emigrati in Francia. Persone che vivono e lavorano da anni lì e che, nonostante tutto, fanno ancora fatica a essere accettati. Il protagonista non ottiene i finanziamenti per il suo ristorante perché è vecchio e non è francese, non può fornire alcuna sicurezza. Così, la sua grande famiglia, si coalizza e lo aiuta nel progetto. Potrebbe essere un nuovo inizio, per tutti. L'universo di Cous Cous è principalmente femminile, con tutta la forza, l'invidia, la solidarietà e l'ironia di cui sono capaci le donne. Gli uomini del film sono degli spettatori, che lasciano fare alle compagne il lavoro sporco della vita. Lo stesso Slimane è trascinato dalla forza di Rym per realizzare il progetto del ristorante. Sicuramente chi brilla nel cast per l'interpretazione è Hafsia Herzi. Habib Boufares, attore non professionista ma scelto proprio tra la gente del porto, incarna alla perfezione la stanchezza del personaggio che comunque decide di continuare a lottare.
Donne che amano, donne che si odiano, donne che si coalizzano per aiutare un uomo che amano. A volte i loro battibecchi stancano e annoiano. Il film, comunque, offre uno spaccato interessante della comunità araba in Francia.



Il trailer:


Consigliato: Nì


INCURSIONI CINEMANIACHE, seguiteci su:

Fan Page Ufficiale Facebook

Profilo Ufficiale Twitter

sabato 25 maggio 2013

Due Uomini...

Causa impegni vari ed eventuali, il 23 maggio non ho potuto pubblicare un post, qui sul blog, a cui tengo molto. Mi sono detta però che non era tardi per scriverlo e pubblicarlo. Perché due uomini come loro non bisogna ricordarli solo in date ricorrenze, ma ogni giorno.

I 57 GIORNI




Andata in onda su Rai Uno, l'anno scorso, in occasione del ventennale delle stragi di Capaci e Via D'Amelio, il film TV, diretto da Alberto Negrin, vede Luca Zingaretti impersonare il giudice Paolo Borsellino. Ha riscosso buoni ascolti e ottimo riscontro di pubblico e critica. 57 giorni hanno diviso l'attentato in cui perse la vita Giovanni Falcone e quello del 19 luglio, in cui morì il giudice Borsellino. E' una fiction girata alla luce delle nuove, scottanti verità sulle ultime indagini che il giudice palermitano stava seguendo prima della sua morte. La trattativa stato-mafia e la famosa agenda rossa sono le protagoniste del film TV, ma non solo: l'affetto che legava Falcone a Borsellino, la famiglia del giudice, stretta intorno a lui e già consapevole di quello che sarebbe accaduto, la caparbietà di Borsellino nel voler continuare il lavoro dell'amico e collega.


Per quanto la fiction presenti elementi di novità, non mi è piaciuta molto. Zingaretti, per quanto c'abbia messo il cuore, non mi ha colpito granché e non mi ha comunicato molto. Chi, magari, mi è piaciuto è Enrico Ianniello che ha impersonato il giovane sostituto Antonio Ingroia. Anche la parte affidata ad Andrea Tidona, il capo dell'Ufficio Istruzione, stonava. Un giudizio, insomma, che vale un po' per tutti: recitazione troppo ostentata, come se gli attori si rendessero conto di doversi staccare dalle altre fiction, e dell'importante anniversario che il film TV andava a celebrare.

GIOVANNI FALCONE - L'UOMO CHE SFIDO' COSA NOSTRA


Fiction del 2006, andata in onda sempre su Rai Uno, di Antonio e Andrea Frazzi. Nei panni del giudice Falcone un grandissimo Massimo Dapporto. La mini-serie in due puntate ha ripercorso, dall'arrivo a Palermo del magistrato, tutto il percorso del giudice e della sua lotta alla mafia.



Massimo Dapporto ha ricoperto sia il ruolo di servitore dello stato e sia quello di uomo schivo, riservato, legato alla famiglia e alla moglie (Francesca Morvillo ha il volto di Elena Sofia Ricci). Ha donato autorità e umanità al personaggio, cercando di farlo arrivare alle persone per come era davvero, evitando inutili e banali mitizzazioni. Magari una fiction dall'impostazione classica, ma che a me ha trasmesso molto. Buon lavoro di cast tecnico e artistico. Mi è piaciuto molto David Coco nei panni di Ninni Cassarà, ma anche Paolo Briguglia ed Emilio Solfrizzi che ha impersonato Borsellino. Secondo me, la fiction migliore su Giovanni Falcone, da non perdere.

PAOLO BORSELLINO



Fiction del 2004, andata in onda su Canale 5 di Gianluca Maria Tavarelli: strano a dirsi, ma a volte anche Mediaset trasmette prodotti di qualità. Ascolti da record: 12 milioni. L'ho vista molto tempo fa, e un po' come quella di Rai Uno su Giovanni Falcone, anche questa ripercorre il pubblico e il privato della vita del giudice: dagli inizi con le prime indagini con il capitano Emanuele Basile fino all'arrivo dell'amico Falcone e alla nascita del pool antimafia, fino alla triste conclusione.



Ripeto, l'ho vista un po' di tempo fa quindi le impressioni sono un po' sfocate, però una cosa me la ricordo molto bene: Giorgio Tirabassi è stato straordinario! Ai titoli di coda avevo le lacrime agli occhi...Altra cosa impressionante, la somiglianza di Fantastichini con Giovanni Falcone. Bella la scelta del bravo Elio Germano che impersona il figlio del giudice, Manfredi. Comunque bella fiction, davvero valida e che consiglio di vedere a tutti.

Buona Visione!


INCURSIONI CINEMANIACHE, seguiteci su:

Fan Page Ufficiale Facebook

Profilo Ufficiale Twitter

domenica 19 maggio 2013

Recensione Flash: Peter Pan


Anno e nazione di produzione: USA/UK/Australia 2003

Distribuzione in Italia: Columbia TriStar Italia

Genere: Avventura/Fantasy

Durata: 117 minuti

Cast: Jeremy Sumpter, Jason Isaacs, Rachel Hurd-Wood, Olivia Williams, Lynn Redgrave, Ludivine Sagnier, Richard Briers, Rupert Simonian, George MacKay, Harry Eden

Regista: P.J. Hogan

Per anni ed anni, il mondo del cinema e della TV ci ha abituati a vedere la solita, ripetitiva storia trita e ritrita di Peter Pan e dei Bimbi Sperduti e delle loro mille avventure sull'Isola Che Non C'è con Wendy, John e Michael.
Questa versione del 2003, firmata P.J. Hogan, non è, ahimè, da meno poiché il classico di James Matthew Berrie viene riproposto in maniera molto fedele in questa pellicola (forse uno dei pochi plausi che possono andare al regista è proprio la fedeltà alla trama originale).
Tuttavia, la differenza notevole e sostanziale rispetto al romanzo è che Peter e Wendy non sono bambini, bensì adolescenti alle prese con i vari dubbi e cambiamenti dei giovani della loro età, il che rende più romantica l'ambientazione della storia, anche se a tratti molto banale.
La questione è che chi attende dei cambiamenti rispetto alla trama originale, potrebbe rimanere deluso, mentre chi vuole assistere ad una versione cinematografica con attori in carne ed ossa, dopo aver visionato il cartone animato della Disney, resterà molto contento.
A mio parere, a salvare il tutto fortunatamente c'è il grande Jason Isaacs (il terribile Lucius Malfoy della saga di Harry Potter) che interpreta un portentoso e simpatico capitano Uncino che, pur non raggiungendo i livelli del mitico Uncino di Dustin Hoffman in Hook, se la cava egregiamente, insieme alla marmaglia di pirati guidati dal suo miglior amico Spugna.
Il mio consiglio quindi è: cercate qualcosa di leggero da vedere in una serata senza troppi pensieri? Allora questo è il film che fa per voi.

Il trailer: 


Consigliato: Nì

INCURSIONI CINEMANIACHE, seguiteci su:

Fan Page Ufficiale Facebook

Profilo Ufficiale Twitter

martedì 14 maggio 2013

Ciak! Si gira a...Firenze con Leonardo Pieraccioni


Il regista Leonardo Pieraccioni ha un rapporto viscerale con la "sua" Firenze. In un'intervista di qualche tempo fa, alla domanda del giornalista: "Le tre cose che ami di più?", Leonardo risponde: "L'amicizia, il cinema e Firenze". Pieraccioni verso la sua città si sente figlio e fidanzato. Figlio perché, essendo la sua città natale, vi sono legati gli affetti più cari:"Firenze per me è la mamma, il babbo e la famiglia. E' il luogo dove le emozioni non finiscono mai, tanto è vero che, pur facendo questo mestiere, non sono mai andato a vivere a Roma perché Firenze è la città con più energia al mondo". Innamorato perché le ha dedicato una canzone, che è un po' anche una poesia d'amore:

Firenze l'è piccina 
e l'è anche casa mia... 
ce l'ho sempre davanti 
anche quando vado via... 
Firenze non cambiare 
che dopo non ci piaci... 
rimani piccolina 
noi ti si porta i baci... 
festicciole il sabato alle tre 
calde di sudore e di bignè... 
via Gioberti all'angolo lassù 
quei periti tecnici bijoux... 
un inverno limpido imbiancò 
per mezz'ora l'Arno si fermò... 
ci guardava pallido passare 
Amici Miei lo stavan pergirare...


La città è molto spesso una dei protagonisti dei suoi film. I Laureati è il film che sicuramente sfrutta di più gli scenari offerti dalla città, un'Amici Miei moderno e un po' malinconico, come Leonardo. E iniziamo proprio da questo film il breve tour (purtroppo online non sono riuscita a reperire molte foto) di Firenze in compagnia del regista toscano.



Il ristorante dove i quattro amici, alla fine del film, mangiano è il "Coco Lezzone" in via del Parioncino 26r. E' la scena più "vitellona" del film ma anche quella più divertente. L'ingenuo cameriere dà il via per la corsa che avrebbe indicato chi dei quattro avrebbe dovuto pagare il conto, ma i ragazzi si danno alla fuga. I vicoli di Firenze li "proteggono" da quel conto non pagato e, alla fine, sbucano su Lungarno degli Acciaiuoli, al ponte di Santa Trinità:



Il Lungarno deve essere sicuramente uno dei posti preferiti di Leonardo Pieraccioni a Firenze. E sicuramente anche il più romantico, tanto che ci porta Lorena Forteza ne Il Ciclone:



La passeggiata di Levante e Caterina, nel film campione di incassi della stagione 1996/1997 (guadagnò 75 miliardi di lire, ndr.), è quasi un tour in notturna del capoluogo toscano. Infatti dopo il Lungarno, arrivano in piazza Santissima Annunziata, passeggiano tra i vicoletti e, la mattina, quando la ragazza deve partire, Levante la accompagna alla stazione di S. Maria Novella.



Per me, una delle più belle stazioni ferroviarie italiane, costruita negli anni Trenta. Ha delle magiche atmosfere retrò:



Uno degli ultimi film del regista toscano è Io e Marilyn, onirico lungometraggio dove Leonardo è in compagnia del fantasma della diva per eccellenza. Torna il Lungarno, poteva non portarci Marilyn? Direi di no!



Vista magnifica sui tetti di Firenze, con lo sfondo del Duomo di Santa Maria del Fiore e del campanile di Giotto:



Ultimamente, Pieraccioni ha scelto altre location toscane dove ambientare i suoi film: Pistoia per Ti Amo in Tutte Le Lingue del Mondo, Lucca per Finalmente la Felicità, Arezzo per Una Moglie Bellissima e il nuovo film in arrivo (le riprese inizieranno il 3 giugno) Un Fantastico Via Vai. Ma Firenze l'é Firenze, e Leonardino il primo amore 'un lo scorda.

Fonte: Il Davinotti


INCURSIONI CINEMANIACHE, seguiteci su:

Fan Page Ufficiale Facebook

Profilo Ufficiale Twitter

lunedì 6 maggio 2013

Recensione Flash: Grandi Speranze


Anno e nazione di produzione: Gran Bretagna, USA 2012

Titolo originale: Great Expectations

Distribuzione in Italia: Videa - CDE

Genere: Drammatico

Durata: 128 minuti

Cast: Jeremy Irvine, Ralph Fiennes, Helena Bonham Carter, Holliday Grainger, Robbie Coltrane, Ewen Bremner, Jason Flemyng, Olly Alexander, Sally Hawkins

Regista: Mike Newell

Philip Pirrip, rimasto solo, viene adottato dalla sorella e da suo marito, Joe. L'uomo diventerà il suo migliore amico, a differenza della nevrastenica congiunta. Joe sogna che a prendere il suo posto di fabbro sarà il ragazzino, da tutti chiamato Pip. Ma Pip sogna in grande: vuole studiare, diventare una persona importante e non essere un anonimo fabbro di provincia. Un giorno, nella brughiera, incontra un galeotto: impaurito, decide di aiutarlo. L'uomo verrà rintracciato dalla polizia e scompare dalla vita del ragazzo. Qualche giorno dopo, Pip dovrà recarsi da miss Havisham, una signora molto ricca che ha espresso il desiderio di veder giocare Pip con la sua figlioccia, Estella. Pip è fortemente colpito da Estella, ma i giorni da miss Havisham terminano subito. Tempo dopo, un avvocato di Londra giunge in bottega da Joe e annuncia a Pip di essere il beneficiario di un'ingente patrimonio. Londra lo aspetta, la vita che ha sempre sognato è a portata di mano. La verità anche.
Per un regista inglese, che sia a teatro o al cinema, Charles Dickens è quasi una tappa obbligata. Non sfugge a ciò Mike Newell che, insieme allo scrittore (in questo caso sceneggiatore) David Nicholls riporta sul grande schermo Grandi Speranze, dopo la versione del 1946 di David Lean.
Il regista sembra abbia preso in prestito, oltre la moglie Bonham Carter, le atmosfere dark e malinconiche di Tim Burton. Per quanto sia fedele al romanzo, il film pone l'accento più sull'aspetto sentimentale che sul percorso di crescita di Pip.
Bravissimi, come potevano non esserlo, Ralph Fiennes e Helena Bonham Carter. I protagonisti, Jeremy Irvine e Holliday Grainger, non colpiscono e a tratti annoiano. I loro volti, in quanto ad espressività, sembrano bloccati con un fermo immagine. Lascia più il segno Olly Alexander nel ruolo secondario di Herbert.
Avevamo grandi speranze su questo film.

Il trailer:


Consigliato: Nì

INCURSIONI CINEMANIACHE, seguiteci su:

Fan Page Ufficiale Facebook

Profilo Ufficiale Twitter

domenica 5 maggio 2013

Recensione Flash: Wanted - Scegli il tuo destino


Anno e nazione di produzione: USA 2008

Distribuzione in Italia: Universal Pictures

Genere: Azione

Durata: 110 minuti

Cast: James McAvoy, Angelina Jolie, Morgan Freeman, Terence Stamp, Thomas Kretschmann

Regista: Timur Bekmambetov

Wesley Gibson è uno sbiadito impiegato, un orfano, un fidanzato tradito e un essere umano decisamente deluso da sé stesso e dalla vita che conduce. Un giorno, mentre fa la spesa, una donna bellissima e sconosciuta gli cambia la vita: lei è Fox, uno dei killer de la Confraternita, un'organizzazione che, da secoli, protegge l'umanità uccidendo i cattivi. Wes viene ricevuto da Sloan, il capo dell'organizzazione, e scopre di non essere un inetto ma la vita insulsa che conduceva lo portava a soffocare i suoi super-poteri. Infatti, addestrato da Fox e dagli altri membri della Confraternita viene trasformato in un infallibile killer a cui verrà affidato un'importante incarico: uccidere l'assassino di suo padre, membro a sua volta della Confraternita. Ma Wes comprenderà che non tutto è come sembra.
Il primo film hollywoodiano del regista kazako Timur Bekmambetov può contare su un cast stellare ed effetti speciali mozzafiato. La pellicola scorre veloce tra inseguimenti, sparatorie ed esplosioni. Ma ad alzare l'adrenalina sono soprattutto i segreti e il non detto, altra sfaccettatura della sua vita che Wesley scopre insieme all'identità di super vendicatore.
Il film, liberamente ispirato ai fumetti di Mark Millar, vede James McAvoy nei panni del protagonista, "miracolato" da una vita scialba: l'attore se la cava ma penso che i film d'azione non gli calzino a pennello, la sua faccia d'angioletto porta fuori strada. Angelina Jolie, indimenticabile Lara Croft, nei film d'azione invece ci sguazza e infatti non delude. Morgan Freeman carismatico e ingannevole.
Volete trascorrere una serata tranquilla, sgranocchiando pop corn abbracciati al cuscino? Allora questo film non fa al caso vostro.

Il trailer:



Consigliato: Sì


INCURSIONI CINEMANIACHE, seguiteci su:

Fan Page Ufficiale Facebook

Profilo Ufficiale Twitter