mercoledì 21 agosto 2013

Recensione Flash: The Social Network


Anno e nazione di produzione: USA 2010

Distribuzione in Italia: Sony Pictures

Genere: Biografico

Durata: 120 minuti

Cast: Jesse Eisenberg, Andrew Garfield, Justin Timberlake, Rooney Mara, Joseph Mazzello, Patrick Mapel

Regista: David Fincher

Mark Zuckerberg è uno studente di Harvard. Nel gergo giovanile contemporaneo lo si potrebbe definire uno sfigato. Un nerd, sfigato. Non ha molti amici, vita sociale pari a zero e ha appena rotto con la sua ragazza. Per "vendicarsi" la sbeffeggia sul suo blog, letto da tutti nel campus, e sono scontate anzi dovute le prese in giro verso la ragazza da parte degli altri studenti. Mark da il via anche a una gara, un concorso di bellezza online: chi tra le studentesse di Harvard è la più bella? La rete internet del campus va in tilt per i numerosi contatti ed è in quel momento che inizia l'avventura del futuro milionario Zuckerberg perché "Facebook" è appena dietro l'angolo.
David Fincher per The Social Network si è dimostrato un regista davvero valido e intelligente: ha documentato la nascita di un fenomeno e ha accuratamente evitato di farlo da un unico punto di vista, quello cioè di Mark Zuckerberg/Jesse Eisenberg, ma usandone molteplici perché in questa storia c'è più di un protagonista che ha qualcosa da dire o da "testimoniare". Significativo il dialogo, circa a metà film, tra l'ex fidanzata, Rooney Mara, e Mark poiché la ragazza esplica l'essenza di Facebook: il (malsano) bisogno di essere protagonisti e di condividere ogni aspetto della propria vita in rete, anche con sconosciuti. Questa voglia di protagonismo, e soprattutto di rivalsa, è ciò che spinge Zuckerberg nell'ideare Facebook, oggi il social network più famoso e diffuso dell'intero globo. L'alter ego del regista è la giovane avvocatessa che è l'unica che instaura con il personaggio di Mark un dialogo durante le interminabili giornate di patteggiamenti con gli avvocati dei suoi ex amici: "Mark tu non sei stronzo ma fai di tutto per esserlo", questa battuta mette in evidenza la grande solitudine e difficoltà nell'essere Mark, e nel diventare poi Mr. Zuckerberg. Lo sguardo vacuo e perso di Eisenberg trasmette lo smarrimento di un ragazzo che voleva solo essere notato, davvero speciale la sua interpretazione. Andrew Garfield gli tiene testa: convince e avvince. La dose di cinismo è tutta di Justin Timberlake, attore (ormai prestato alla musica) che alterna ruoli leggeri a quelli più impegnativi interpretandoli con successo e bravura.
David Fincher non racconta soltanto la storia di Mark Zuckerberg o di chi ha preso parte alla nascita di Facebook, ma narra di un'intera generazione, quella digitale, sempre più persa nell'individualismo e in rapporti umani che si riducono a bit impersonali e tristi con-divisioni.

Il trailer:


Consigliato: Sì

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