lunedì 28 ottobre 2013

Recensione (mica tanto) Flash: La Grande Bellezza


Anno e Nazione di Produzione: Italia, Francia 2013

Distribuzione: Medusa

Genere: Drammatico

Durata: 135 minuti

Cast: Toni Servillo, Carlo Verdone, Sabrina Ferilli, Galatea Ranzi, Iaia Forte, Carlo Buccirosso, Pamela Villoresi, Giovanna Vignola, Roberto Herlitzka, Giorgio Pasotti, Isabella Ferrari, Luca Marinelli, Serena Grandi

Regista: Paolo Sorrentino

Jep Gambardella, giornalista di costume e scrittore mancato, è l'anima delle notti romane.
Trasferitosi nella Capitale da ragazzo, ha dato vita quasi a un regno, inconsistente eppure reale, dov'è l'incontrastato monarca: feste barocche, opulente che richiamano un numero imprecisato di invitati, di ogni tipologia e stranezza. Una mattina, di ritorno da un'altra notte di divertimenti, sul suo pianerottolo trova ad aspettarlo Ernesto. La ragazza che Jep ha amato da giovane è morta, gli riferisce quello che poi l'ha sposata. Per l'uomo quel giorno rappresenterà uno spartiacque da quello che era, cinico, ridanciano, donnaiolo e ironico, al nuovo Jep, o meglio, al resuscitato Jep, sensibile e troppo umano.
Quando Paolo Sorrentino, ormai un anno fa, annunciò che stava scrivendo un film su Roma, disse che sarebbe stato diverso, uno sguardo altro su una città che non si svela a tutti. Infatti Roma è così, ha due "volti": quello turistico, caciarone, sfuggevole e veloce. Poi il secondo che in pochi riescono a scorgere, e Sorrentino c'è riuscito. Ovviamente solo in parte. Il film è sicuramente uno di quelli che bisogna vedere almeno tre volte per riuscire a cogliere ogni aspetto, ogni particolare, ogni messaggio che a una prima visione possono sfuggire.
I protagonisti de La Grande Bellezza sono Jep e Roma. Come la città, anche Jep ha due volti: quello mondano e l'altro, che ha "sotterrato" lui stesso anni fa, e che solo uno scavo archeologico dell'anima fa riemergere. Questo Jep non lo conosce nessuno ma dopo la morte di Elisa, la diga dei sentimenti che l'uomo teneva imbrigliati, frana.


L'atmosfera del film, a tratti, è molto felliniana con la sua galleria di freaks e casi umani, partendo proprio dagli amici di Jep, un'umanità varia e disastrata che illude e si illude.
I bambini ritornano spesso nel film: all'inizio quando dal balcone Jep li osserva con invidia. Poi la scena al tempietto del Bramante, dove una bambina dice a Jep che "non è nessuno". Quasi fossero depositari dell'unica e vera verità, che si sporca quando si diventa adulti. O anche prima, quando gli adulti inquinano questi piccoli saggi (vedi la mini artista che tira secchiate di pittura alla festa dell'arte). Sorrentino non dimentica la Chiesa, il cardinale di Roberto Herlitzka è un semplice uomo che parla di nulla, lui stesso risucchiato dalla bella vita romana, e che non dona alcun conforto cristiano.
Inutile dire che Toni Servillo è perfetto, peccato che il cinema italiano l'abbia scoperto solo qualche anno fa. Il sodalizio con Sorrentino si rivela l'ennesimo successo per il film che è uno dei papabili per la cinquina di Miglior Film Straniero agli 86esimi Academy Awards. Bravi Verdone e Ferilli, delusi chi dalla vita chi da Roma che scappano via da quello che li ha schifati. Teneri e grotteschi i coniugi Buccirosso e Forte.
Il vecchio Jep è disincantato, e da buon giornalista, dove buono sta per sincero e non connivente col potere che tutto muove, ha una lingua affilata che sbugiarda tutto e tutti. Sicuramente le scene più macabramente divertenti sono l'intervista a Talia Concept e il rigurgito di amare verità nei confronti dell'amica Stefania. Come detto prima, Jep cambia, fa un ritorno al passato, alle radici come gli dirà la Santa.
Rivede un suo vecchio amico, ne conosce la figlia, Ramona. Solo a lei farà vedere quel suo volto segreto. Ramona è uguale a lui, solo che sta bene nella sua disperazione e non vuole che qualcuno la salvi. Jep, invece, si salva da solo, con i ricordi che lascia parlare e col mare che ritorna a sentire dentro. E ritrova la grande bellezza della vita.
Poetico e spietato.

Il trailer:


Consigliato: Assolutamente Sì

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