venerdì 8 maggio 2015

Recensione Flash: Arn: L'Ultimo Cavaliere


Titolo originale: Arn-Tempelriddaren/Arn-Riket Slut Vid Vägens

Anno e nazione di produzione: SWED/DAN/NOR/FINL 2007-2008

Distribuzione: Svensk Filmindustri

Genere: Epico/Storico

Durata: 139 minuti

Cast: Joakim Nätterqvist, Sofia Helin, Stellan Skarsgard, Gustaf Skarsgard, Simon Callow, Vincent Perez, Bibi Andersson, Michael Nyqvist, Milind Soman

Regista: Peter Flinth

Dopo Le Crociate: Kingdom Of Heaven di Ridley Scott, è nato un altro genere cinematografico, ovvero quello dei guerrieri crociati e templari appunto, votati alla sconfitta dei musulmani per l'amore di Gerusalemme, la Città Santa.
Tra queste pellicole è annoverato Arn: L'Ultimo Cavaliere, film diretto dal regista Peter Flinth, originariamente diviso in due parti, una uscita nel 2007 e l'altra nel 2008, ed unito in una sola nella versione internazionale, basato sulla trilogia cartacea dello scrittore svedese Jan Guillou.
In questo film, osserviamo le vicende del giovane Arn Magnusson, interpretato da Joakim Nätterqvist, portato in monastero dai suoi genitori in tenera età, in pagamento di un voto fatto quando il bambino si ammalò gravemente e guarì miracolosamente, che diviene un grandissimo spadaccino, grazie agli insegnamenti di Padre Guilbert, ex cavaliere templare che combatté in Terra Santa, interpretato da Vincent Perez, e, una volta tornato a casa, si innamora, ricambiato, della giovane e bella Cecilia Algotsdotter, interpretata da Sofia Helin.
Tutto sembra andare bene ma, poiché la ragazza è promessa sposa ad un membro della dinastia Sverker, da sempre in lotta contro la fazione della famiglia Magnusson per il trono di Svezia, e dato che Cecilia perde il suo onore rimanendo incinta di Arn, la loro storia d'amore è destinata a cessare: il vescovo, venuto a sapere dall'invidiosa sorella di Cecilia della gravidanza al di fuori del matrimonio e del rapporto carnale che Arn ha avuto con la sorella di Cecilia, rivelatosi poi una bugia, scomunica entrambi i giovani e li condanna a venti anni di penitenza, Arn nel monastero in cui ha vissuto da piccolo e Cecilia nell'abbazia in cui è stata istruita.
Tra i due, la punizione più grave sarà quella della ragazza, vessata di continuo dalla madre superiora Rikissa, membra della famiglia Sverker, interpretata da Bibi Andersson. Di fatto, Arn, grazie all'intercessione di Padre Guilbert, viene nominato cavaliere templare e costretto ad andare a combattere in Palestina. Lì, il giovane darà prova del suo valore e della sua arte guerresca, ma vent'anni sono lunghi e Cecilia si lascerà sempre più andare, soprattutto dopo la gravidanza e la nascita del piccolo Magnus, il cui destino le è ignoto, dato che le venne strappato dalle braccia poco dopo il parto.
Cosa accadrà? Arn riuscirà a tornare a casa, nonostante i mille pericoli? Cecilia sopravvivrà alle incessanti sevizie psicologiche di Madre Rikissa? Ma soprattutto, chi riuscirà a guadagnarsi il trono di Svezia tra le due fazioni in guerra da tanti anni?
Questa pellicola offre un ottimo spaccato della guerra dano-svedese, fedelissimo in ogni particolare, ma, probabilmente, l'unione dei due film in uno solo della durata di 2 ore e 40 minuti, rende il film troppo pesante. Infatti, se l'inizio è promettente e ben ritmato, il termine della pellicola diviene alquanto lenta, nonostante la battaglia finale, il che è un vero peccato, dato che i due film originali potevano essere tranquillamente lasciati divisi e rilasciati per il mercato internazionale.
Quindi, il mio consiglio è di vederlo, ma possibilmente di pomeriggio, dato che il finale potrebbe divenire un ottimo "sonnifero" in serata.
Buona visione!

Il trailer:


Consigliato: Nì

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