venerdì 25 settembre 2015

Quando una fiction italiana (mi) sorprende: Grand Hotel



"Ragazze, chiamate un'esorcista: mi sta piacendo una fiction italiana!"

Fondamentalmente, con questo messaggio inviato alle mie amiche, posso riassumere il mio stupore dopo aver visto le prime puntate di Grand Hotel, miniserie di Rai Uno, prima fiction andata in onda dopo la pausa estiva. 
Molto molto scettica inizialmente, apro la pagina di Rai Replay (ottimo servizio e ottimo streaming), e mi appresto, con piglio critico a vedere questa nuova fiction e a giudicarla. Io pensavo male. E invece Grand Hotel è riuscita a convincere un'assidua divoratrice solo di serie TV britanniche e statunitensi. Cosa mi ha convinto a dare un giudizio positivo alla serie? È presto detto!

Il Format

Ricorda un po' Downton Abbey: nella serie TV vediamo vicende che coinvolgono sia personaggi altolocati, in primis gli Alibrandi, i proprietari del Grand Hotel Imperial, e sia maestranze dell'albergo, come camerieri e personale di servizio. Il format di origine è spagnolo: andato in onda su Antena 3 qualche anno fa, ha avuto molto successo ed è durato per ben tre stagioni: quello che sperano anche i fan italiani. Su Facebook e Twitter è partita la campagna per la richiesta di una seconda stagione. 
Prodotta da RAI Fiction e Cattleya, la sceneggiatura è di Peter Exacoustos, Daniela Bortignoni ed Isabella Aguilar, mentre alla regia troviamo il davvero bravo Luca Ribuoli. Gli ASCOLTI, sono andati bene anche qui in Italia: una fiction Rai che batte una Mediaset è sempre una buona cosa! :D

"VOGLIO ANDARE IN QUELL'ALBERGO!", ovvero Dove hanno girato la serie TV?

Il Grand Hotel altro non è che Castel Wolfsthurn, vicino Vipiteno nel Tirolo. Non è splendido? Col suo fascino d'antan è davvero la cornice perfetta per il Grand Hotel della fiction. Come si legge sul sito di Castel Wolfsthurn



"Sulla collina sopra Mareta, presso Vipiteno, troneggia Castel Wolfsthurn di cui lo storico tirolese Johann N. Tinkhauser diceva nel XIX secolo che fosse il <<più bel castello del Tirolo>>. Il complesso barocco è fin dalla sua costruzione di proprietà della famiglia Sternbach ed ospita dal 1996 il Museo provinciale della caccia e della pesca. Il Museo presenta le sale nobili con arredamento originale ed una ricca collezione storico-artistica riguardante la caccia e la pesca. Al castello conduce l’interessante percorso tematico “bosco e acqua





Se vi starete chiedendo, e il lago? Beh, non c'è: almeno non dov'è Castel Wolfsthurn. Lì c'è un bellissimo prato. Il lago è quello di Anterselva, nella valle omonima, vicino alla Val Pusteria. Prevedo già, dalla prossima primavera o magari perché no già da quest'autunno frotte di fan a visitare questi splendidi luoghi e godere di questi paesaggi mozzafiato.

Perché noi siamo GIOVANI! Gli attori e la storia di Grand Hotel

Quello che ho apprezzato di più della serie è che a recitare non c'erano degli attori famosi, tolti Andrea Bosca, Ugo Dighero ed Emanuela Grimalda, ma illustri sconosciuti. Almeno per me: non frequentando spesso le fiction italiane, non li conoscevo. Ho scoperto che alcuni erano già conosciuti, come Dario Aita o Eugenio Franceschini. However, codesta cosa mi è garbata parecchio! Ho avvertito, online e sui social, la grande unione e amicizia che si è creata tra i membri del cast, lo spalleggiarsi e il credere nel progetto. Grazie anche a Luca Ribuoli che ha creduto in loro. Giovani sì, ma molto bravi: tutti convincenti, davvero tutti e detto da me che, lo ripeto per la milionesima volta, aborro le serie TV italiane non è poco.


Tutto inizia col ritorno di Adele al Grand Hotel: la ragazza si era trasferita a Vienna dopo la fine della relazione con Marco Testa, al suo arrivo il nuovo direttore dell'hotel. La struttura, che appartiene agli Alibrandi, era amata e protetta dal padre di Adele. Dopo la sua morte, al timone e spesso anche nell'ombra, a dirigere l'hotel ci ha pensato donna Vittoria, madre di Adele, Olimpia e Jacopo. Quindi Adele, al suo ritorno deve affrontare il suo passato: Marco, la madre così sfuggente e misteriosa e una scia di morti che stanno funestando la Belle Epoque dell'hotel. L'ultima sparizione è di Caterina Neri, responsabile di piano, la cui scomparsa è avvolta nel mistero più fitto.


Ma ehi! A sottrarre Adele alle pippe della mamma, alle lagne della sorella Olimpia e all'indecisione di Marco, arriva Pietro...Neri! E si, il fratello di Caterina arriva al Grand Hotel per avere notizie della sorella, di cui non sa più nulla da settimane. Quando capisce che la sua scomparsa ha davvero qualcosa di losco, decide di indagare. Entrambe divisi tra l'affetto verso la propria famiglia e il loro cuore, temo che i due hanno parecchia strada da percorrere prima di arrivare al loro lieto fine. Che dire di Valentina Bellé ed Eugenio Franceschini: giovani e alla loro prima prova importante, da protagonisti, hanno decisamente superato l'esame. Il potenziale ce l'hanno e l'hanno dimostrato.


Ok, devo aprire una corposa parentesi su questo giovincello: io mi sono innamorata di Dario Aita. Qualcuno dirà: mettiti in fila, che ce stiamo noi di Questo nostro amore. Sì sì ragazze, rispetto la vostra precedenza. Sono paziente. Comunque, scherzi a parte, il suo Jacopo mi è piaciuto un casino! Recitazione spontanea, ironica, vera: è bello il personaggio interpretato, un ragazzo fragile e forte allo stesso tempo, dall'aria svagata che cela un grande osservatore, ma a metterci il cuore c'ha pensato Dario. Davvero bravo, e sono contenta di ritrovarlo ne L'Allieva, fiction che Rai Uno manderà in onda nei prossimi mesi, tratta dai libri di Alessia Gazzola e diretta sempre dal buon Ribuoli: Dariuccio, dato che interpreterai Arthur, non ti farò sconti ma so già che avrai fatto un ottimo lavoro.

Che ve devo dì di lei...


...e di questi due?


La prima è un genio del male, la seconda lo diventa: sarà stata la vicinanza della mamma che come il Testa c'ha l'omicidio facile. Il marchese? Uno sventurato che si è ritrovato nell'hotel degli orrori. Dapprima ci hanno portato a sospettare di lui, ma poi si è capito che ha agito solo per amore.
Anche per loro tre, ottimo il lavoro fatto con i propri ruoli: Marion Mitterhammer, Barbara Ronchi e Günter Bubbnik. Mi sa che i due attori tedeschi facevano da interpreti per il resto della combriccola nel Tirolo.


Nel frattempo, il mistero si infittisce: Caterina (interpretata dalla brava Federica De Cola) torna...e muore! Tutto in una puntata: faceva prima a rimanere morta per finta. Mentre...


Pietro e Adele si innamorano: un indizio tira l'altro, sai com'è gli omicidi sono galeotti! Scherzi a parte, i due superate le differenze di classe, capiscono di amarsi davvero. L'elemento più scontato della trama ma ci sta: le lotte di classe in amore, da sempre, hanno fortuna in TV. Intanto...


il caro Marco Testa è confinato nel dimenticatoio, e conoscendolo ovvio che non ci voglia stare. Interpretato da Andrea Bosca, definirei il suo Marco un cattivo con l'anima e infatti lo spiega lo stesso attore in un'intervista:

"Marco di Grand Hotel è in bilico tra chi era e chi non è più, ama disperatamente Adele… Ma la vita e le scelte non si possono cancellare. Ho immaginato Marco dibattuto, ci vorrà una serie intera per capire chi, tra le ragioni del cuore e le ragioni dell’ambizione, avrà la meglio in lui. Con Luca Ribuoli (il regista) abbiamo discusso ogni sua piccola svolta, ogni passo. Per questo Marco spiazza…. Perché sebbene si comporti in un certo modo, i suoi sentimenti tradiscono un lato ancora molto umano".

Sarà la milionesima volta che lo scrivo, ma davvero bravo anche lui: ha saputo donare una profondità non da poco. I cattivi non sono mai facili da interpretare perché si rischia di appiattirli. Ma Andrea ha saputo indagare bene nell'anima del suo personaggio e ha regalato al pubblico un'interpretazione appassionata e convincente. Ma quant'è cattivo da 1 a 10 'sto Marco Testa per voi???

Tranquilli, non mi sono dimenticata di loro


Il personale di servizio è davvero variegato: ognuno con i suoi bei segretucci e la sua aura di mistero. Anche tra loro, tanta complicità e affiatamento. Non sono mancati i momenti ironici: mi rimarrà impressa la scena quando Rosa (la mitica Emanuela Grimalda) adocchiata Betta come possibile fidanzata per il figlio Angelo, preda della perfida Anita (sembra ma non è una cattiva ragazza, è solo molto sola), dopo aver chiesto alla nuova arrivata se Angelo era un bel ragazzo, alla risposta affermativa della giovane le risponde: "Per forza, è mio figlio!"

A proposito...


SANTO SUBITO!!!
E vista com'è finita la stagione, forse potrà diventarlo!
Questo ragazzo si è trovato sempre nei casini più...NERI, per caso. Sempre pronto a dare una mano, a salvare e a coprire le malefatte altrui: Angelo, ma pensare alla tua vita no?
Innamorato di Anita, da sempre, scoprirà poi che quell'amore fa soltanto comodo alla ragazza e nulla più: e l'ha dimostrato quando la cara ragazza ha letto la famosa lettera rossa: devi morì e devi morì male! Credibile e in parte Francesca AgostiniFlavio Furno, secondo voi che è? Ovviamente, bravo anche lui.Ditemi tutto quello che volete, ma io, ad Eugenio Franceschini, preferisco lui. Incrociamo le dita affinché il primogenito della famiglia più pazza dell'Impero sia vivo.

Per ultimo, le forze dell'Ordine dell'Impero Austro-Ungarico


Appassionato di Sherlock Holmes, l'ispettore Venezia di Ugo Dighero è un'altra chicca della serie TV: mi è piaciuta molto la sua interpretazione, tra ironia e serietà. Poteva renderlo una macchietta e invece ha fatto centro.

I Costumi e l' "ordito" della storia


I costumi sono pazzeschi: si vede che c'è stato vero impegno nel riproporre il più possibile la moda e lo stile dell'epoca. Quindi, anche da questo punto di vista la ricostruzione storica è stata efficiente e contribuisce all'immersione dello spettatore nell'epoca. 
Per l'ordito della trama, a proposito di filati e stoffe: Grand Hotel è, oltre che un melò, anche un giallo e si sa, è facile rendere prevedibili e banali i gialli. Invece, con la nuova fiction di Rai Uno, questo per fortuna non è accaduto: ben strutturato, mai scontato e avvincente. Ci sarà una seconda stagione? Lo speriamo tutti!


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