venerdì 14 ottobre 2016

Recensione Flash: Fiore


Anno e Nazione di Produzione: Italia, Francia 2016

Distribuzione: BIM

Genere: Drammatico

Durata: 110 minuti

Cast: Valerio Mastrandrea, Daphne Scoccia, Josciua Algeri, Laura Vasiliu, Aniello Arena

Regista: Claudio Giovannesi

Nella giungla urbana, a volte fiori stentati riescono a trovare un po' di luce, la forza di crescere e qualcuno che se ne prenda cura. Questa è la storia di Dafne, minorenne che si ritrova in riformatorio dopo l'ennesima rapina. Una famiglia inesistente, un padre che ha appena finito di scontare la sua condanna. La ragazza è cresciuta da sola, come meglio ha potuto. Fa fatica ad adattarsi alle sbarre, ai ritmi imposti da una vita che le è stata inflitta, l'unica che ha conosciuto. Poi, dietro quelle sbarre conosce Josh. E forse, pensa, una speranza c'è anche per lei. 


In concorso ne la Quinzaine des Realisateurs al Festival di Cannes 2016, accanto a film di registi titolati come Bellocchio e Virzì, si pone la piccola gemma di Claudio Giovannesi, già autore di Alì ha gli occhi azzurri e della seconda stagione della serie TV, Gomorra.  L'unico volto noto è il buon Valerio Mastrandrea che, a suo modo, accompagna sul grande schermo i debuttanti Daphne Scoccia, ex cameriera a Monteverde e Josciua Algeri, rapper ed ex detenuto. Scelti dal regista, che ha voluto i suoi protagonisti il più possibile vicini alla psicologia dei personaggi del film. Che dire, mai scelta si è rivelata più saggia. Ma soprattutto, chi ha perso attrattiva verso il cinema italiano, di fronte a Fiore si dovrà ricredere, anche grazie alla bravura di questi attori alla loro prima prova importante.


Intensa, cruda, e non me ne vogliano i critici cinematografici più navigati se definisco Daphne Scoccia pasoliniana, una ragazza di vita che incarna in maniera realistica quello che potremmo definire quasi il suo alter ego sullo schermo. Non si comprende dove finisce il personaggio e comincia la persona. Questo, per me, è un merito. Non è da meno Josciua Algeri, rapper con la passione per il cinema che in carcere ci è stato davvero, e oltre che protagonista della pellicola è stato anche consulente esterno per il film. Ha infuso nel suo Josh vulnerabilità, quella di chi ne ha abbastanza di fare il "grande" e nell'amore ri-torna adolescente, quel bisogno di appartenere a qualcuno. Perché la dura nella storia è Dafne, quella che detta legge e sa cosa vuole. Lotta prima dell'irreparabile, non si arrende.


Una realtà, quella dei riformatori, che è un microcosmo di dolori, rimpianti e speranze. E si va avanti ogni giorno vivendo il nulla, sperando che chi è fuori non si dimentichi di te. Merito di Giovannesi è aver raccontato questa realtà con delicatezza ed efficacia.
Pensate all'arrivo delle vacanze estive, ai regali di Natale sotto l'albero, ai giri in giostra, alle mani impiastricciate di gelato: piccole gioie che Dafne e Josh non hanno vissuto. Le hanno rubate, anche quelle, in riformatorio dietro sbarre, indifferenza e regole. Baci rubati ed incoscienza, prima che la realtà gli ricordi nuovamente il loro posto nel mondo.

Il trailer:


Consigliato: Sì 

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