martedì 9 febbraio 2016

Fenomenologia di mr. Rochester: perché vorremmo essere tutte Jane Eyre?




Ricordate il post su Jane Eyre? Vi rinfresco la memoria, eccolo qui: Jane Eyre...allo specchio.



Risulta essere tra i più letti sul blog, e così visto che ho accumulato altre blatere, ebbene sì, beccateve un altro post su Jane Eyre!



Più che Jane, nel post vi parlerò di mr. Edward Fairfax Rochester, protagonista maschile del capolavoro di Charlotte Brontë. E del perché tutte vorremmo essere la sua Jane.

Prima di passare a parlare dei film e serie TV, brevissimo riepilogo della storia (nel caso, alcuni non la conoscessero: shame on you!) e piccola analisi del personaggio letterario di mr. Rochester.


Orsù, generi di conforto e si va!




Il libro e la storia


Il romanzo viene pubblicato il 16 ottobre 1847, in piena epoca vittoriana. In quanto donna, Charlotte pubblica la sua opera sotto pseudonimo maschile, Currer Bell. 



Jane Eyre prende il titolo proprio dalla sua protagonista: orfana di entrambe i genitori, Jane viene cresciuta per un certo periodo dal fratello della madre. Alla morte di quest'ultimo, la bimba rimane sola con la zia, la malvagia mrs. Reed, e tre cugini teppisti, figli di degna madre! Stufa di dover provvedere a lei, mrs. Reed la invia con un viaggio di sola andata al collegio di Lowood: avete presente Auschwitz? Ecco, Lowood ci va molto vicino. Jane, insomma, cresce così, sempre sulla soglia della follia. Eppure, la sua viva fantasia non ne viene intaccata, anzi: alimentata dall'ambiente cupo e buio in cui è costretta a vivere per ben otto anni, la sua mente diventa regno di personaggi magici, e di paesaggi in cui rifugiarsi. Al compimento dei diciotto anni, Jane mette un annuncio sul giornale (com'era semplice allora trovare lavoro, eh?) proponendosi come istitutrice. Et voilà: da Thornfield Hall le fanno sapere che saranno ben lieti di accoglierla, e che la sua nuova protetta, la piccola Adele Varens la aspetta. Dal suo arrivo a Thornfield, trascorre qualche mese prima che Jane conosca il proprietario: l'oscuro mr. Rochester.


Chi è Edward Fairfax Rochester?

Credits by Hankinstein
Se avete letto qualche critica o analisi del romanzo, saprete già che mr. Rochester incarna alla perfezione il Byronic Hero. Lo storico e critico Lord Macaulay così descrive questo modello letterario: "Un uomo orgoglioso, lunatico, cinico, implacabile nella vendetta eppure capace di profondi affetti"; in sintesi, il ritratto di mr. Rochester è questo. Aggiungo che la Brontë lo descrive come non molto avvenente, più anziano di Jane, e rude. 

Quando Jane lo incontra, non sa se rimanerne affascinata o odiarlo. 

Il rapporto con Jane è, fin da subito, magico.
Magico non in senso romantico ma, come le confesserà lo stesso Rochester più avanti nel romanzo, lui e Jane parlano la stessa 'lingua': entrambe riescono a vedere l'altro nel profondo, ad andare oltre le apparenze. Un dialogo tra anime affini.

Per quanto il romanzo sia di epoca vittoriana, è pervaso da una forte modernità, a volte camuffata: Jane che rifiuta di vivere con Rochester come amante, e non come moglie legittima. Questa decisione, apparentemente, va a braccetto con la morale dell'epoca. Invece, Jane lo fa per se stessa, per una sua dignità, per amor proprio. Così come Cime tempestose, anche Jane Eyre in molte occasioni precorre i tempi: dai personaggi alle tematiche affrontate. Un amore, come quello di Jane e Rochester, può essere vissuto sembra dire Charlotte Brontë, ignorando gli ipocriti rimbrotti moralistici. Con una moglie inferma di mente, e lui ancora libero di amare, perché dovrebbe rinunciare a Jane, sua anima gemella? Ecco cosa dice Rochester nel romanzo:
"I scarcely think the notion that flittered across my brain was an error. I believe it was an inspiration rather than a temptation: it was very genial, very soothing—I know that. Here it comes again! It is no devil, I assure you; or if it be, it has put on the robes of an angel of light. I think I must admit so fair a guest when it asks entrance to my heart."
Costretto al matrimonio con una ricca e sconosciuta ereditiera, Bertha, per volere del padre, il giovane Edward si ritrova invischiato in un inganno tenuto nascosto non solo dai familiari della moglie ma, soprattutto, da suo padre. Ed è questo che Jane scopre: una ferita, che ha smesso di sanguinare ma che fa ancora male. E lei ne è la cura. Il raggio di sole in una vita buia, trascorsa fino ad allora, in viaggi vuoti alla ricerca del piacere, seppur passeggero. Con miss Eyre, invece, Rochester sa che la felicità sarà duratura. Infatti, le dice: 

"Sapevo che mi avreste fatto del bene, dal primo momento che vi ho visto".

Le trasposizioni del romanzo al cinema e in TV sono state numerose, possiamo ricordare la prima di Orson Welles nel 1943. Oppure quella televisiva statunitense con Charlton Eston degli anni Cinquanta, e quelle inglesi del 1983 con Timothy Dalton e del 1997 con Ciaran Hinds (che a me non è piaciuta). 

Questi sono i miei tre Rochester preferiti: seppur sia lo stesso personaggio, tra loro le interpretazioni sono molto diverse.

Jane Eyre di Franco Zeffirelli 



Del 1996, forse la versione più pacata e didascalica del romanzo.
Protagonisti William Hurt e Charlotte Gainsbourg: la coppia di attori è quella che testimonia meglio i characters letterari, a partire dalla differenza d'età tra Jane e Rochester. 

Fisicamente non molto attraente, trasandato, anche la famosa chioma leonina di Rochester la ritroviamo su Hurt. Quindi molta attenzione alla riproduzione fedele del romanzo, anche se un po' piatta. Per quanto ben recitato, il Rochester di William Hurt non emoziona. Il Byronic Hero nella Jane Eyre di Zeffirelli è da dichiarare disperso. 
Giudicate voi:




Jane Eyre di Susanna White



Miniserie prodotta e andata in onda sulla BBC nel 2006. Ad interpretare i protagonisti, Toby Stephens (ora in Black Sails, qualche somiglianza con mr. Rochester ce la vedo nel pirata che interpreta!) e Ruth Wilson.

Ottima questa versione anche se, a tratti, il taglio televisivo ne smorza recitazione e ritmo. 
Il mr. Rochester di Toby Stephens inizia a discostarsi molto, dal punto di vista fisico, da quello letterario, ma rispetto a quello di Hurt acquista in ironia. Infatti, ciò che ho più apprezzato dell'interpretazione di Stephens è l'umorismo tagliente, il cinismo tipico di Rochester, uomo ferito dalla vita e dagli affetti. "Un personaggio davvero complesso", ha detto la regista Susanna White, "che ha in sé ombra e luce. Per fortuna abbiamo trovato Toby". L'attore ha detto: "Quando lo incontri per la prima volta, ti appare brusco, quasi maleducato. Ma più la storia va avanti, più porte vengono aperte e Jane ci guarda dentro. Però come (Rochester ndr.) le apre, repentinamente le chiude. E' un personaggio affascinante". 
Il Rochester di Stephens è tridimensionale, rispetto a quello di Hurt: è passionale, quasi carnale, si sa che ha dei trascorsi con molte donne, non è un santo. Ma è uno spirito libero, come Jane. Il Byronic Hero di Stephens convince decisamente di più.
Ecco una scena significativa e divertente: botta e risposta tra i due, che iniziano ad apprezzarsi:



Jane Eyre di Cary Fukunaga



Sarà che adoro lo stile di Cary Fukunaga, sarà che c'è Michael Fassbender ma per me questa, che è anche l'ultima trasposizione in ordine cronologico del romanzo brontiano, è la Perfezione.

Fukunaga ha preso il romanzo, lo ha portato nella contemporaneità, ne ha rivisto i ritmi di narrazione, non snaturandoli e ne ha mantenuto intatto il nucleo, magico e senza tempo. Un incantesimo cinematografico, che si apprezza ancora di più se visto in lingua originale.

Se il Rochester di Hurt era piatto, quello di Stephens cinico e ironico, quello di Fassbender è la versione più fedele del personaggio, del Byronic Hero: glaciale e scostante ma, incuriosito da quella strana creatura che dice di essere istitutrice nella sua Thornielfd, durante il primo incontro nella nebbia:



La cortina di ghiaccio inizia a sciogliersi, l'enigma che ha davanti inizia a svelarsi. Così come a Jane è permesso di sondare quegli occhi pungenti.

L'attore ha accettato la parte, ricordando l'affetto che la madre e la sorella nutrivano per il romanzo. Che dolce!
Certo, anche qui la somiglianza fisica con il personaggio letterario va a farsi benedire, però, vedendo il film, comprendi che non è poi così rilevante perché l'ottima interpretazione di Fassbender (così come quella della Wasikowska) punta al cuore di Rochester, a metterlo a nudo per lo spettatore. Passionale e vivido il lavoro dell'attore.
Ritroviamo gli aspetti magici e misteriosi, quasi gotici, del romanzo, riportati fedelmente nel film. Ed è proprio questo che mi ha conquistata: tutto è avvolto in ombre e luce, chiaroscuri che nascondono e svelano, personaggi ed ambienti. Le moorlands che partecipano alla storia e ne diventano protagoniste. Insomma, se non l'avete ancora visto, dovete recuperarlo.
Ecco una delle mie scene preferite, in cui traspare, ormai, la totale vulnerabilità di Rochester davanti a Jane:



Quindi, perché vorremmo essere tutte Jane Eyre? C'è bisogno di dirlo?

Oggi, ancora più che in passato, mr. Rochester è un miraggio: un uomo che ama davvero, che si innamora di un'anima e non di un corpo. Che vuole lei, soltanto. E la aspetta, sempre a metà tra disperazione e speranza.



INCURSIONI CINEMANIACHE, seguiteci su:

Fan Page Ufficiale Facebook

Profilo Ufficiale Twitter

3 commenti: